Un libro tra le mani

“La violenza del mio amore” di Dario Levantino, recensione: Un libro tra le mani

LA VIOLENZA DEL MIO AMORE, di Dario Levantino.

Abbiamo conosciuto Rosario a 16 anni, quando aveva una famiglia, disadattata e disfunzionale, ma comunque una famiglia, una casa, un letto, un piatto caldo a tavola ogni giorno.

Lo abbiamo visto “tradire” un padre traditore per proteggere sua madre, e poi lo abbiamo visto lottare con tutte le sue forze per tirarla fuori dal pozzo della depressione e dell’anoressia.

Lo abbiamo visto innamorarsi sotto una barca rovesciata e poi perdere Anna, portata via dalla miseria di Brancaccio.

Lo abbiamo guardato mentre si trasformava in un giovane uomo (troppo in fretta), a suon di emarginazione, cattiveria e pregiudizi, ma rimanendo sempre fedele a se stesso, al suo essere puro, sensibile, leale.

Non la morte della mamma, non la casa-famiglia lager, non i boss di quartiere, hanno potuto scalfire Rosario e la sua voglia di essere nel giusto.

Finora.

In questo ultimo capitolo della trilogia (“Di niente e di nessuno” e “Cuorebomba“, i precedenti), assistiamo ad una serie di soprusi dei potenti che, dall’alto della montagna dei loro stessi escrementi, muovono i fili della vita dei disperati, di coloro che sono rimasti ai margini della società, nonostante l’impegno, i sacrifici, i buoni propositi.

Rosario adesso ha un motivo (anzi due) in più per lottare, per proteggere ciò che ama, e la “violenza” del titolo è tutta qui, in questa forma d’amore disperata… disposta anche a rinnegare la propria integrità morale, ma senza mai fare del male a nessuno se non a se stesso.

“È questa la violenza dell’amore: esaurisce chi lo dona, saziandolo; sfama chi ne necessita, affamandolo.”

Cultura, studio, sogni, determinazione e sacrificio non bastano. Qui è necessario cedere, per sopravvivere.

Racconto intimo, ma anche denuncia sociale di una realtà tremenda, ingiusta e corrotta, che é sotto gli occhi di tutti, ma rimane trasparente, ignorata da chi, invece, avrebbe l’obbligo di intervenire per tutti i Rosario Altieri sparsi per l’Italia, per la loro giovinezza spodestata e occupata con forza da un’adultità abusiva, per il loro amore deturpato come un cane morso alla gola, per i loro sogni schiacciati sotto il peso dell’impotenza e della povertà.

Ma Rosario, fuori da queste pagine, ce la farà, troverà il modo di uscire da questa impasse e riscattarsi… ne sono certa.

Voglio esserlo!

Bravo Levantino, proprio bravo.

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“La violenza del mio amore” di Dario Levantino, Fazi editore . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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