Libri in pillole

“La festa nera” di Violetta Bellocchio: recensione libro

La festa nera, di Violetta Bellocchio, è ambientato in un’Italia del futuro, dove in un paesaggio post apocalittico a dominare è la desolazione. Tre reporter, due ragazze e un ragazzo, decidono di filmare ciò che succede in cinque comunità all’interno delle quali i rispettivi membri hanno deciso di vivere la vita in maniera, diciamo, alternativa.

Poi torna dove dormi, butta tutto in lavatrice, prendi una pastiglia e comincia a lavorare sulla prossima storia, perché non interessa a nessuno quanto eri bravi l’anno scorso. E nessuno sarà gentile con te, se una volta hai saputo portare a casa una storia, passato prossimo. L’unica storia che conta la devi ancora raccontare.

Un romanzo che, dopo le prime pagine, obbliga il lettore a trovare la chiave giusta per riuscire ad agganciarsi alla struttura del testo saggiamente costruito dall’autrice che, con uno stile asciutto, diretto, molto incisivo, non si limita a raccontare la storia e a presentare i protagonisti ma invita il lettore a camminare insieme a loro, per scoprirli gradualmente pagina dopo pagina.

“Nessuna vita è bella come sembra, nessuna vita è brutta come sembra: c’è una crepa in ogni singola cosa. Cercala, infilaci due dita e guarda la luce che entra. Segui quella luce fino a quando non senti di aver toccato il fondo”.

“La festa nera” di Violetta Bellocchio, edizioni Chiarelettere. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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