Come se non bastasse lo spesso velo di malinconia con cui Jean Claude Izzo era solito rivestire i suoi romanzi, mi sono avvicinato a Solea, ultimo capitolo della trilogia di Marsiglia, con addosso una notevole nostalgia, dovuta alla consapevolezza di essere giunto al termine di questa magnifica, e purtroppo breve, collezione letteraria dedicata alla città francese.
“Il sole cocente mi venne addosso con brutalità. Abbagliante. Un velo di sudore mi coprì il corpo. La testa mi girava. Per un attimo credetti di svenire. Ma no. Il pavimento della terrazza ritrovò il suo equilibrio. Aprii gli occhi. L’unico vero regalo che ogni giorno la vita mi offriva era lì davanti a me. Il mare, il cielo. A perdita d’occhio. Con quella luce uguale a nessun’altra che nasceva dall’uno e dall’altro. Spesso mi accadeva di pensare che stringere il corpo di una donna era, in qualche modo, trattenere su di sé quella gioia ineffabile che scende dal cielo verso il mare”.
In quest’ultimo capitolo Fabio Montale, già ex poliziotto, è alle prese con una storia di mafie, indagini giornalistiche, corruzione e omicidi, che lo coinvolgeranno in prima persona. E la realtà di Montale torna ad accendersi, perché se da una parte dovrà riuscire ad arginare la dirompenza del passato che torna con prepotenza ricordandogli tutto ciò che ha preso lungo il cammino della vita, dall’altra dovrà fronteggiare un avversario temibile, organizzato e pericoloso come la mafia e le sue infiltrazioni nella vita sociale, economica e politica.
Neanche a dirlo, Izzo ci regala ancora una volta un romanzo pieno di colori, suoni, odori, sapori, sensazioni, che si elevano, si mischiano, si diffondono lungo l’intero romanzo, la cui esperienza di lettura si trasforma in un completo viaggio sensoriale dal quale non si vorrebbe mai uscire.
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“Solea” di Jean Claude Izzo, edizioni E/O. Libri in Pillole.
