I libri di Riccardo

“Zia Mame” di Patrick Dennis: recensione libro

Dare un giudizio di merito su Zia Mame è cosa in grado di mettere in crisi un recensore ben più di quanto l’avverbio “precipitevolissimevolmente” possa fare con un impaginatore.

Dicono che Zia Mame..

zia mame patrick dennisDicono che Zia Mame non faccia ridere… hanno ragione, fa sorridere, e fa sorridere in modo intelligente, facendo le boccacce, e le boccucce, alla società retrograda, maschilista e bacchettona, dei discendenti diretti, pellegrini e peregrini, di quelli discesi, appunto, dalla Mayflower.

Dicono che Zia Mame sia politicamente scorretta… hanno ragione, non si dà del “negro” a un ghostwriter, ma d’altra parte, vista la retribuzione, l’utilizzo non sembra poi così scorretto neppure dalle nostre parti e neppure ai giorni nostri.

Dicono che Zia Mame sia esagerata e rischi di scivolare nel ridicolo… non hanno ragione, le leggi del comico e della satira non prevedono l’eccesso, anzi proprio l’eccesso codificano, e poi parlare di eccesso e di ridicolo nel paese governato da uno coi capelli arancioni che come balsamo usa la candeggina…

Certo, se volete farvi raccontare gli anni trenta, Fitzgerald appare dotato di un peso specifico letterario leggermente più rilevante di quello di Dennis, motivo per cui Zia Mame fu rifiutata da una ventina di editori fino a quando a un editor, senza “e”, venne la brillante idea di affiancare alla Zia una “spalla” narrativa, “l’Indimenticabile Zittella del New England”, cui demandare l’apertura di ogni capitolo e il compito di riunire racconti che parevano “dickensianamente” destinati a una pubblicazione a puntate. Però vaudeville no, vaudeville è una cattiveria “bellebuona”, perché Mame è un personaggio incredibilmente moderno, non solo per gli anni trenta ma anche per gli anni della pubblicazione del libro, quasi altrettanti dopo, e, visto come purtroppo vanno le cose, rimane moderna anche ai giorni nostri.

Mame, la donna che non invecchia

Mame, la donna che non invecchia, la donna “maggiorenne” per sempre , è rabelaisiana, eccessiva per indole, snob per vocazione e per legittima difesa, ma siamo proprio sicuri che sotto la stola di visone non nasconda un cuore proletario, o perlomeno rivoluzionario, perché la mimetica è pratica, ma, Mon Petit Chéri, davvero così dozzinale…

Edward Everett Tanner III, che usò il proprio pseudonimo per battezzare il suo narratore più fortunato, ebbe una vita breve, poliedrica e rocambolesca, racchiusa in una malinconica parabola che lo portò dal dominare le classifiche di vendita per oltre due anni a servire nei panni di un impeccabile maggiordomo inglese. Il libro fu pubblicato nel 1955 e ottenne un clamoroso successo, mentre in Italia uscì nel 1958 con Bompiani per poi essere riscoperto da Garzanti e rilanciato da Adelphi una decina di anni fa.

“Zia Mame” di Patrick Dennis, edizioni Adelphi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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