Appuntamenti con i libri

Napoli Città Libro 2023: ecco come è andata [foto]

La fanfara dei carabinieri, l’inno nazionale, la mano di Alessandro Polidoro portata al cuore, tantissimi giovani e gli sguardi ricolmi di emozione. Inizia così Napoli Città Libro 2023 (IV edizione), conclusasi, dopo quattro pienissimi giorni, domenica 16 aprile.

Dedicato a Piero Angela, l’evento è stato organizzato da Liber@Arte, associazione nata nel 2017 da Alessandro Polidoro e Rosario Bianco, rispettivamente fondatori delle case editrici Polidoro e Rogiosi, con lo scopo di promuovere la lettura e di consentire ai lettori del Mezzogiorno una maggiore partecipazione ai nuovi fenomeni culturali.

Napoli Città Libro 2023
Cerimonia di apertura di Napoli Città Libro

100 editori, 150 eventi, 30 laboratori per i più giovani ed un unico filo conduttore: “Tempeste”. Un tema esaminato in ogni sua possibile declinazione, dall’ambito sociale a quello ambientale, dalle tempeste nei linguaggi, a quelle dei pensieri. Un programma particolarmente fitto, dunque, che vanta incontri con autori attesissimi come Monica Acito, Lorenzo Marone, Igiaba Scego, Pietro Balzoni, Marcello Fois, Viola Ardone, Carmen Verde, Carmen Pellegrino, Maurizio de Giovanni, Stafano Redaelli, Anilda Ibrahimi, Graziano Gala e tanti tanti altri.

«Volevo sottolineare che ho ancora l’adrenalina di questo inizio giornata» confessa Rosario Bianco durante la cerimonia di apertura. Un «inizio scoppiettante» per «un salone che nasce dal sacrificio di due persone», che insieme al lavoro dei tanti collaboratori hanno reso possibile l’evento, proprio nell’anno in cui il “Time” incorona Napoli come uno dei posti più belli del mondo. «Una straordinaria tempesta si è realizzata stamattina» racconta Alessandro Polidoro, parlando di «questa magnifica voglia di realizzare», delle difficoltá superate, del lavoro e della passione che hanno guidato ogni singola scelta compiuta. «Abbiamo realizzato un sogno» conclude, e per un attimo, un’inflessione della voce, tradisce tutta l’emozione che si nasconde dietro l’organizzazione di un evento che richiede di certo impegno, ma anche anima e cuore.

Napoli Città Libro 2023
Cerimonia di apertura di Napoli Città Libro

Presente alla cerimonia di inaugurazione anche Luca Trapanese, in qualità di assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, ma anche di autore de “Le nostre imperfezioni” che presenterà al salone lo stesso pomeriggio, dialogando con l’autrice Francesca Scognamiglio Petino e con Alessandro Polidoro. «Non amo più la parola integrazione perchè la releghiamo agli immigrati, ai disabili,…» spiega Trapanese, e prosegue: «siamo nati per convivere tutti con le nostre diversità». Difficile non ascoltare e condivide commossi, ogni parola dell’autore single, omosessuale e cattolico, che mosso da un forte desiderio di paternità, lottò per ottenere l’affidamento di Alba, una bambina con la sindrome di Down.

L’idea del salone è, prima di tutto, quella di mettere al centro il libro e la cultura, coinvolgendo soprattutto i più giovani, ai quali sono dedicati gli eventi a cura della Scuola Iternazionale di Comics, i laboratori podcast di Marcos y Marcos, quelli di narrativa a cura dell’autrice Vincenza Alfano e ancora tanti altri.

Napoli Città Libro 2023
Alessandro Polidoro e Luca Trapanese

Dopo la cerimonia di inaugurazione, si aprono le porte delle sale della stazione marittima di Napoli. Una cornice suggestiva posta a metà tra il mare ed il maestoso Castel Nuovo (da sempre Maschio Angioino per il popolo napoletano). Si rincorrono gli stand, si affollano le copertine variopinte e si respira l’emozione mescolata alla gioia dei tanti editori indipendenti già pronti a presentare al pubblico il proprio lavoro.

Allo stand di Cento Autori parlo con Emanuele Bosso, direttore editoriale, editor, autore e bookgrammer, che subito mi racconta di questa rinnovata casa editrice, dei progetti e delle idee per il futuro. Impossibile nascondere la sua incontenibile passione per la lettura oltre al grande desiderio di promuovere iniziative sempre nuove. Parliamo tanto di social, dello spazio per i lettori che è sempre fisicamente troppo poco, del nuovo gruppo di lettura che sta organizzando presso la Feltrinelli di Napoli, di “Ranuras”, la raccolta di racconti sulla violenza che apre la bellissima collana “Migrazioni”, del romanzo “Per non restare laggiù” di Marina Lucente che sarà presentato dall’autrice il giorno successivo, ed infine, di Juan Pablo Villalobos. Dell’acclamato autore messicano hanno già pubblicato “Ti vendo un cane”, mi spiega fiero Emanuele, anticipandomi che presto si dedicheranno ad un altro suo romanzo. In attesa di questa nuova pubblicazione, quindi, non mi resta che godermi la precedente, che porto via con me, felice dell’impagabile suggerimento.

Staff della casa editrice Cento Autori

Da D editore vengo immediatamente catturata dalla simpatia del direttore editoriale Emmanuele Jonathan Pilia, che mi illustra tutte le pubblicazioni della piccola ma impegnata casa editrice, tra cui il pamphlet satirico “Ci scalderemo al fuoco delle vostre code di paglia” di Lorenzo Gasparrini che sarà presentato sabato al salone. Temi importanti, sociali, corali attraversano tutte le opere della casa editrice: femminismo, immigrazione, tutto ciò che serve a capire il nostro mondo. Parliamo di Itziar Ziga, del suo manifesto femminista e del suo diario d’infanzia, che lascia emergere la vita della madre Maribel, nonchè la violenza alla quale lei, come ogni donna, fu soggetta. Capisco così, quanta potenza racchiuda in sè un libro come “La felice e violenta vita di Maribel Ziga”. Io ed Emmanuele ci salutiamo ridendo del magnifico formato dei libri targati D. Maneggevoli, pratici e comodi, ma anche abbastanza piccoli da poter essere facilmente infilati nelle tasche posteriori dei jeans, cosa di cui Pilia si è assicurato con certosina precisione da architetto, come scherzosamente mi racconta .

Emmanuele Jonathan Pilia (D Editore)

Segue lo stand di Tamu edizioni, dove Fabiano Mari, fondatore della casa editrice, nonchè, della libreria indipendente sita al centro storico di Napoli insieme a Cecilia Arcidiacono, mi racconta dell’impegno e della dedizione necessaria per lo svolgimento di entrambe le sue attività. Fabiano mi mostra la bellissima rivista “Arabpop” ed i saggi che hanno già pubblicato, tra i quali “Il rovescio della nazione” di Carmine Conelli che verrà presentato sabato al salone. Dai libri esposti zampillano i temi sociali che toccano l’intero mondo: la questione meridionale, il razzismo, il femminismo. Chiedo quale sia l’opera pubblicata di cui va più fiero, e Fabiano con gli occhi lucidi di passione, mi indica il saggio di Bell Hooks “Il femminismo è per tutti”. Mi spiega come la scrittrice, attivista e femminista statunitense esorti, attraverso questo suo manifesto, ad intendere il femminismo come quella teoria in grado di liberare la società dalla violenza delle sue gerarchie e, quindi, di condurre verso una cultura di reciprocità e giustizia. Sempre dinamico e già proiettato al futuro, Mari mi racconta anche del prossimo festival “Libbra” (il festival delle librerie indipendenti in relazione) che si terrà a Napoli tra il 5 ed il 7 maggio. Saluto quindi Fabiano, promettendo che ci rivedremo di lì a poche settimane per nuovi incontri e nuovi eventi.

Fabiano Mari (Tamu edizioni)

Proseguo con una lunga e piacevole chiacchierata con Valerio Valentini e tutto lo staff di Reader for blind (RFB per gli amici). Una conversazione estremamente interessante ed è lampante perchè questa giovane casa editrice pubblichi solo libri di rara bellezza. Parliamo dei titolo che già conosco e di cui ho amato ogni parola, ma quando chiedo di “Cristo fra i muratori” si solleva un lungo sospiro, che sta ad indicare la stupenda grandezza, di quello che capisco presto essere un altro piccolo capolavoro. Valerio, appassionato e frizzante direttore editoriale della casa editrice, mi parla di Pietro di Donato, lo scrittore/operaio, dell’incredibile poesia scaturita dalla penna di un figlio di immigrati privo di formazione scolastica, ma soprattutto, mi racconta l’affascinante storia editoriale di questo romanzo. “Cristo fra i muratori” fu infatti pubblicato per la prima volta in Italia durante il periodo fascista, e, vittima della censura, subì ampi tagli nei contenuti. Lo stesso testo epurato, fu poi ripubblicato nei decenni successivi, finchè, definitivamente scomparso dalle librerie italiane, non sarà proprio RFB a riprendere in mano il testo originale realizzando finalmente una traduzione completa del testo integrale. 

Staff della casa editrice Reader for blind

È sempre allo stand di RFB, che ho il piacere di conoscere l’autore Maurizio Vicedomini, il quale mi racconta del suo nuovo romanzo “Canto della pioggia”, che presenterà sabato al salone. Un libro che parla di tempeste, anche e soprattutto interiori, di ossessioni, di prigionia, della solitudine della folla. «Perchè quando si scrive, si scrive esclusivamente di quello che si sa, non si può fare altrimenti.» mi dice, e non nasconde che in questo libro ci sia una larga parte di sè stesso. Lo ascolto incantata, nascondendo la commozione dietro uno (spero) convincente sorriso. Porto via con me la prima copia venduta del suo romanzo, con una dedica in prima pagina, che ha il suono di una carezza.

Maurizio Vicedomini e Valerio Valentini

Dall’editore Marcos y Marcos incontro Francesco Ferrara, con il quale ho in comune la grande passione per Pedro Lemebel. Francesco mi racconta della casa editrice, operativa da oltre 40 anni, e che nonostante le numerose pubblicazioni, continua a proporre opere di incredibile qualità. Discutiamo di esordi, ma soprattutto di riscoperte, dei libri di Toole, e di tutti quei classici internazionali ancora scarsamente pubblicati in Italia. Ferrara mi presenta anche il romanzo “Monster” di Walter Dean Myers, celebre romanzo americano, presentato in una veste grafica molto accattivante con font differenziati secondo le esigenze della narrazione. Il romanzo è destinato ad un pubblico giovane, difatti è da questo, che nasce il laboratorio podcast “Mostro-Un podcast originale e di grande attualità”, che ha coinvolto numerosi ragazzi durante la fiera.

Francesco Ferrara (Marcos y Marcos)

Proseguendo nei saloni occupati dai diversi editori, mi trattengo allo stand Cliquot per una piacevole chiacchierata con Federico Cenci e Simone di Pellegrino. Anche qui si parla di riscoperte, il fulcro della casa editrice, che così brillantemente si descrive sul suo sito web: “Manoscritti ritrovati in umide cantine, storie ripescate in polverose riviste, opere mai tradotte riportate alla luce. Cliquot è la casa editrice del recupero dei classici mancati, delle belle opere dimenticate.”. E se questa descrizione risulta particolarmente affascinante, non sono da meno i piccoli e grandi capolavori che riempiono lo stand. Il mio sguardo viaggia incantato tra i titoli proposti, mentre riconosco nelle parole di Federico, fondatore della casa editrice, tutta la passione e la determinazione che richiede un lavoro di riscoperta. Parliamo tanto di editoria indipendente, di tipografia, di coesione, di scelte condivise e di ricerca, che sono, poi, il cuore pulsante nascosto dietro ogni pubblicazione di qualità. Mi racconta di Laudomia Bonanni e di “Riso nero” di Sherwood Anderson, le pubblicazione di cui vanno maggiormente fieri, poi di Carlo H. De Medici, del quale scarseggiano perfino le informazioni biografiche, ma soprattutto dell’emozione nel riconoscere in un libro del passato dimenticato, la grande letteratura del presente. Lascio a malincuore questo stand dove sembrano affollarsi e sovrapporsi tanti piccoli tesori, con una lista dei desideri molto più lunga e l’entusiasmo di chi ha appena fatto una bella scoperta.

Federico Cenci e Simone di Pellegrino (Cliquot edizioni)

Per Pidgin c’è Stefano Pirone, fondatore della casa editrice, con i suoi “libri sopra le righe” dai forti contenuti e dalle copertine ad alto impatto visivo. Tra distopie e racconti potenzialmente disturbanti, Pidgin offre una valida ed affascinate alternativa alla letteratura contemporanea. Stefano mi parla della nuova collana tutta dedicata alla letteratura diasporica post coloniale e delle pubblicazioni alle quali è più legato, tra le quali i romanzi di Sarah Rose Etter, di Francesca Mattei, ma soprattutto “Crapalachia: biografia di un luogo” di Scott McClanahan, che può essere riassunto come il bellissimo ritratto ironico, stupefacente ed autentico, di uno stato irreparabile. 

Stefano Pirone (Pidgin)

Allo stand di Tuga edizioni, mi accoglie Gianluca Galletti, fondatore della casa editrice specializzata in letteratura in lingua portoghese. Scherziamo prima di tutto, sull’aggettivo “lusofono” che sembra non essere più abbastanza diffuso, quindi, Gianluca mi illustra la bellissima collana “Torre de Belem” che pone in copertina una piccola bandiera per indicare la nazionalitá di provenienza di ogni autore pubblicato. Quando chiedo di Itamar Vieira Jr., colgo un bagliore negli occhi di Galletti. L’autore brasiliano vincitore di numerosi premi, tradotto già in tantissime lingue è poi, finalmente, giunto in Italia grazie a Tuga. «Siamo stati bravi e molto fortunati» mi dice Gianluca marcando allegramente il termine “fortunati”, eppure io credo che la fortuna c’entri veramente poco e della stessa opinione è la scrittrice Igiaba Scego, che parla di lungimiranza della casa editrice. 

Gianluca Galletti (Tuga edizioni)

L’autrice di “Cassandra a Mogadiscio” candidato al Premio Strega 2023, mi racconta del suo grande amore per la letteratura brasiliana, della quale ha una conoscenza smisurata. Mi parla di “Aratro ritorto” che tanto ha amato, delle sue autrici italiane preferite, ed infine, di Djamila Ribeiro, filosofa, attivista brasiliana e delle sue lezioni di resistenza, che Igiaba ha presentato a Roma. Dopo questo inaspettato e splendido incontro, ritorno da Gianluca, che mi parla delle altre collane targate Tuga, inclusa la “Portulana”, termine derivato dalla fusione degli autori italiani che narrano il Portogallo, ma soprattutto mi svela il segreto della loro raccolta di racconti: «Sai perchè a Lisbona non è mai lunedì?» mi chiede «No» rispondo sinceramente. «Allora te lo spiego:….».

Con Igiaba Scego

Allo stand dell’editore Mar dei Sargassi, si respira, invece, tutta la frizzante vitalità di questa freschissima, ma incredibilmente promettente casa editrice. Alessandro Campaiola, Flavia Fedele e Marina Finaldi rispettivamente direttore editoriale, editor e foreign rights manager, mi raccontano di un sogno che porta il nome di una variopinta porzione di oceano Atlantico, realizzato da una redazione giovane, con l’idea di proporre qualcosa che faccia la differenza, attingendo principalmente dalle voci ad oggi ignorate, dal panorama culturale nazionale. Impossibile non parlare di coraggio, di azzardo, ma anche di grande soddisfazione, e quando chiedo di “Celestino prima dell’alba” gli occhi si illuminano. È Flavia a raccontarmi di Reinaldo Arenas, che trascorse la maggior parte della sua vita combattendo il regime di Fidel Castro attraverso la sua arte. Perseguitato per la sua omosessualitá e per aver denunciato gli aspetti violenti del regime castrista, utilizzò la poesia come atto rivoluzionario. Copertine colorate, ed affascinati contenuti caratterizzano le prime pubblicazioni di questa casa editrice rivelazione. Mi allontano tra i contagiosi sorrisi che dominano lo stand, portando con me, ovviamente, una copia di “Celestino”.

Alessandro Campaiola, Flavia Fedele e Marina Finaldi (Mar dei Sargassi)

Accanto a Mar dei Sargassi, c’è lo spazio occupato dell’editore Polidoro, dove Beatrice mi racconta le evoluzioni della casa editrice, nata da un’idea di Alessandro Polidoro, ed inizialmente concentrata sul recupero delle tradizioni partenopee. Ben presto, però, i confini e gli interessi della casa editrice si allargano, spaziando dalla narrativa italiana a quella straniera. Nascono, così, le collane “I Selvaggi” dedicata alla narrativa ispanica e ispano-americana, “AltroParallelo” per i grandi autori classici e “Interzona” dedicata alle nuove voci della narrativa italiana. Il nome della collana è un tributo a Burroughs, che in “Pasto nudo” racconta dell’Interzona come di uno spazio metropolitano in cui tutto può accadere, ma anche il regno in cui si intersecano vita cosciente e dimensione inconscia. Il primo titolo della collana è “Nel rumore del fiume”, romanzo di Franca Cavagnoli, in cui l’autrice fa i conti con la propria eredità luttuosa dopo la perdita della madre. La protagonista, infatti, rimarrà orfana di madre all’età di dieci anni e, tra i fantasmi che le appaiono sul soffitto e le letture tombali presso il cimitero per placare la malinconia, affronterà questo lutto innominabile. Beatrice mi parla dei tentavi della protagonista (e dunque dell’autrice stessa) di esorcizzare un dolore lacerante, di una prosa profonda, delicata e magicamente perturbante. Un libro che amo già a partire da questa sua appassionata descrizione.

Polidoro editore

Allo stand de L’orma editore parliamo di “Ludmilla e il corvo” di Gennaro Serio, che sarà presentato domenica al salone, ma l’occhio cade subito sui tanti libri di Annie Ernaux, che sfoggiano la fascetta “premio Nobel 2022”. Di una scommessa, mi parla Nicolò Petruzzella, il redattore editoriale, di un’autrice scarsamente pubblicata in Italia ed anche con risultati scarsi. Sminuita e male interpretata nel panorama letterario italiano, risorge proprio attraverso questa lungimirante casa editrice indipendente, che, al tempo della sua prima pubblicazione, scommise tutto sul talento dell’autrice francese, poi confermato dal prestigioso premio nel 2022. Allo stand qualcuno chiede quale sia il primo libro da leggere per conoscere l’autrice. C’è chi propone “Una donna”, chi “Il posto”, forse “L’evento”, o meglio “La donna gelata”. Come spiega Nicolò, si tratta si una scelta personale, lo stile di Ernaux cattura e non lascia scampo, l’ordine di lettura è del tutto trascurabile.

Nicolò Petruzzella (L’Orma editore)

Ad accogliermi allo stand dell’editore 21lettere c’è Valentina Testi, che con la sua grande passione per la letteratura, mi trascina subito nel mondo di questa giovane casa editrice, che lascia al lettore tutto il tempo per assaporare ogni singola opera pubblicata. Sei libri l’anno, non uno di più, e quando chiedo a Valentina di quale fosse più fiera, scorre con lo sguardo le vivissime copertine e mi confessa che scegliere è impossibile. Ogni titolo è stato studiato, ricercato e fortemente voluto. Solo sei libri, solo sei scelte ogni anno, quindi tutte attentamente selezionate. La casa editrice nasce a Modena ed inevitabilmente io e Valentina, finiamo per parlare del sud, dei nostri differenti dialetti, delle origini della parole, della necessità di preservare le lingue d’origine e quindi di Bernardo Atxaga considerato il maggior autore basco vivente, che scrive in un idioma considerato l’ultimo relitto continentale delle lingue preindoeuropee: l’euskara. Realizzando le sue opere in una lingua che ha poco più di 750mila locutori, Atxaga tenta di salvare una lingua così vicina all’estinzione, e con essa l’identità di un intero popolo. Valentina mi parla anche di Shishikin e del suo “Punto di fuga” vincitore del premio Strega europeo 2022, de “Gli ultimi giorni di Tolomeo Gray” di Walter Mosley da cui è stata tratta una bellissima serie tv prodotta e magistralmente interpretata di Samuel L. Jackson, ed infine di Éric Bulliard, il giornalista che a partire da una fotografia ricostruì la storia di un remoto arcipelago al largo della Scozia, abitato nel 1930 da sole 36 persone. Praticamente fuori dal mondo, gli abitanti vissero fino al XIX secolo nell’autarchia, senza conoscere la scrittura né il denaro, senza gerarchie né leggi. Lancio un ultimo sguardo alle bellissime copertine, annoto mentalmente tutti gli interessanti titoli che Valentina mi ha illustrato e la ringrazio di cuore per i graditissimi consigli.

Valentina Testi (21lettere)

Con il fondatore della casa editrice Alter Ego Danilo Bultrini e l’autrice Alessia Pecchioli, parliamo invece molto del coraggio di proporre qualcosa che sia al di fuori degli schemi. “Osare” é la parola che ricorre più spesso durante la conversazione, e la casa editrice viterbese, senza dubbio osa, attraverso una serie di proposte di narrativa italiana e straniera che rifuggono le etichette. Parliamo di Dominique Fortier e della delicatezza della sua scrittura che si riflette nei colori pastello delle copertine, di Brenda Lozano che con “Streghe” racconta di due donne, di due vite, di due voci diverse rese perfettamente da un complesso lavoro di traduzione, di “Vita degli anfibi” di Piero Balzoni presentato sabato durante uno splendido evento al salone, in cui si parla di scomparsa e ricordi come resti archeologici, ed infine, della nuova riuscitissima scommessa della casa editrice: Tetra. 

Danilo Bultrini e Alessia Pecchioli (Alter Ego edizioni)

Tetra edizioni è, infatti, una casa editrice nata da Danilo Bultrini e Luca Verduchi, già editori di Alter Ego, che ha come obiettivo quello di proporre le voci piú interessanti del panorama letterario contemporaneo, attraverso la forma del racconto. Una scelta rischiosa, ma che sta producendo risultati incredibili. Singoli racconti, dunque, proposti in una formula innovativa ed originale: il quattro di ogni mese vengono pubblicati quattro racconti di quattro scrittrici e scrittori diversi, ad un prezzo di copertina di…indovinate…quattro euro ciascuno. Le copie, ovviamente, hanno anche un particolarissimo formato quadrato. Tra i tanti racconti già pubblicati, salta subito ai miei occhi quello di Graziano Gala che presenta il suo “Ciabatteria Maffei” in un intensissimo evento tenutosi al salone sabato 15, durante il quale le parole di Gala prendono forma e sostanza di una indimenticabile poesia.

Presentazione “Ciabatteria Maffei” di Graziano Gala (Tetra edizioni)

Proseguendo il mio viaggio tra gli stand dei tanti altri espositori di questo «salone vivissimo» (prendendo in prestito le parole di Alessandro Polidoro), mi rendo conto di quanto un evento del genere possa regalare in termini di emozioni, sorrisi, scoperte, sorprese e piacevoli confronti. Aprendo le porte ad luminosità che tanto mancava in questa scorbutica primavera napoletana, il Salone del libro di Napoli rappresenta un’efficace ed essenziale “tempesta culturale”, perchè, come spiega Rosario Bianco, «se dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, la città non ha ulteriore bisogno di promotori, dal punto di vista culturale vogliamo e dobbiamo essere, insieme a voi, protagonisti in questa tempesta culturale che sta finalmente imperversando sulla nostra meravigliosa città. Partecipiamo tutti insieme a NapoliCittàLibro, salone del libro e dell’editoria della città di Napoli.». E noi non possiamo far altro che accogliere con gioia questo meraviglioso invito, aspettando la prossima attesissima edizione.

Napoli Città Libro 2023: ecco come è andata a cura di Angela Finelli per The BookAvisor.

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Angela Finelli

Classe 1987. Nata a Napoli, tra i vicoli e l'odore del ragù lasciato a "pappuliare" a fuoco lento già dall'alba. Amante dei libri da sempre, della buona cucina e delle mete insolite. Dipendente dal caffè, dalle risate spontanee e da quella punta di follia che rende la vita imprevedibile. Fiera sostenitrice del potere delle parole e dei sussurri nascosti tra le righe, quelli che lasciano un'impronta nella memoria e i brividi sulla pelle.

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