I libri di Riccardo

“La misura del tempo” di Gianrico Carofiglio: recensione libro

Minimalismo e massimalismo.

Massimalismo…
Minimalismo… mo… o… o… o…
Lo sapevo: l’eco… pavidi, siete scappati tutti.

Eppure giuro che non c’è modo di recensire “La misura del tempo” di Carofiglio senza ricorrere a elevate categorie artistiche, letterarie, politiche e financo filosofiche, anche perché voi non lo sapete, ma questo non solo è un un giallo, non solo è un romanzo, ma è… signori chi offre di più? un “conte philosophique”, grazie al signore in ultima fila!, il signore evidentemente beve, offriamo uno Strega al signore in ultima fila che evidentemente beve.

Voi, però, potete scegliere da dove cominciare…
Avete detto minimalismo? …bene, minimalismo sia!

Minimalismo

In passato ho sempre letto con una certa soddisfazione le gesta dell’avvocato Guerrieri: un personaggio originale, misurato, umano e umanizzante, ottimo rappresentante di un filone “legal” autarchico, caratterizzato da un pregevole rispetto delle italiche procedure che è conseguenza naturale dell’attività di magistrato del suo creatore. Detto questo, e sentendomi portato per un certo minimalismo, non sono rimasto deluso dal fatto che la trama narrata dal romanzo sviluppi una vicenda legale dalla consistenza piuttosto evanescente e dai colori piuttosto sbiaditi, intramezzandosi con una vicenda umana piuttosto dimessa anch’essa. In fondo, entrambe le cose paiono meri incidenti probatori che consentano di mettere agli atti alcune riflessioni esistenziali, e il romanzo pur inferiore ad altri di Carofiglio, rimarrebbe gradevole, se non fosse per il…

Massimalismo

Nulla di male nel presentare allo Strega un romanzo di genere, sappiamo che diversi romanzi travalicano il genere e si addentrano nel territorio della letteratura, ma parlare, come si è fatto, di “conte philosophique”, peraltro scippando il termine al testo, mi versa nell’orecchio il sospetto che qualcuno scriva in evidente stato etilico, e spero vivamente per lui che scriva anche in malafede e dietro compenso. Perché, signori, bastassero un paio di considerazioni apprezzabili sull’incedere del tempo e qualche etto di citazioni letterarie, che faccio, lascio?, per salire nell’empireo della scrittura, vi mollo e corro a comprare lo smoking, in modo che non si maligni di me dicendo quello che si è detto di Sartre.

Capisco che per vendere bisogna pur inventarsi qualcosa, ma certe smargiassate finiscono per minare i ruderi della credibilità del sistema editoriale, vanno a detrimento di un valido scrittore e mi costringono, con dispiacere e giusto per compensare, a trattarlo maluccio.

Comunque, voi il libro leggetelo, spogliato da iperboliche aspettative, è un libro piuttosto gradevole.

“La misura del tempo” di Gianrico Carofiglio, edizioni Einaudi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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