A Garamond Type

“Le vite nascoste dei colori” di Laura Imai Messina: recensione libro

Se incontrassi Mio da Pigment le chiederei qual è il mio colore. E poi mi vestirei sempre e per sempre con quello che vedrebbe in me e per me. Vorrei fosse shinryoku, ossia il verde nuovo, quello più acceso dell’anno, oppure toki-iro, cioè rosa pallido, il colore delle piume dell’ibis. Ma qualunque esso fosse, sono certa che lei non sbaglierebbe.

Mio è la protagonista femminile del fiabesco romanzo di Laura Imai Messina “Le vite nascoste dei colori” e Pigment è il negozio (esiste davvero!) dove lavora e si trova a Tōkyō.
Dopo “Quel che affidiamo al vento” (Piemme, 2020) e “Tōkyō tutto l’anno. Viaggio sentimentale nella grande metropoli” (Einaudi, 2020), per citare i suoi due più grandi successi editoriali, ancora una volta l’autrice immerge letteralmente il lettore nel Giappone, il paese dove vive, insegnando italiano all’università.

Il Giappone

Le pagine di questo libro sono intrise della cultura millenaria e delle tradizioni giapponesi: il matrimonio, la famiglia, i riti funerari e, su tutto, i colori ne costituiscono l’ossatura portante e il senso. In appendice sono elencati anche i kanji (ossia i caratteri ideografici della lingua giapponese) citati nel libro sia in un Glossario imperdibile, sia quelli contenuti nel taccuino dei colori di Mio. E così ci sono tra gli altri i tre più rilevanti (e curiosi) per la storia, quelli che intitolano le tre parti in cui essa è suddivisa, e cioè: hai-zakura (grigio cenere e rosa ciliegio), nando-iro (blu ripostiglio, il blu preferito di Mio) e hamenozoki-iro (color sguardo furtivo a una brocca). Riuscite a immaginarli? Leggendo questo libro ci riuscirete.

La storia

La famiglia di Mio ha da generazioni un atelier di shiromoku, i kimono nuziali, e sin dall’infanzia lei si è allenata a prestare attenzione ai dettagli, facilitata dal suo dono speciale: riesce a cogliere ogni minima sfumatura dei colori, a nominarli e a scoprirne la vita segreta. Sì, perché come sosteneva anche Kandinskij, “ogni colore vive una sua propria vita misteriosa.”

Aoi, il protagonista maschile, eredita l’agenzia funeraria del padre e vi lavora con la sorella Sayaka, dando prova di rara sensibilità nell’accompagnare i morti nel loro ultimo viaggio e nell’ascoltare e confortare i vivi, i Rimasti.
I due si incontrano, e non potrebbe essere altrimenti.

L’amore non è mai qualcosa che ci si merita

Con delicatezza e forza viene narrato l’amore tra i due giovani, così diversi da essere contrapposti ma legati da un destino al quale possono o meno decidere di andare incontro. Come sempre è questione di scelte. E chissà se riusciranno anche a trovare il loro colore.

Ho davvero apprezzato come viene trattato l’amore in queste pagine, sicuramente con la consapevolezza espressa in un pensiero per me epifanico contenuto nella Nota finale: “l’amore non è qualcosa che si basa sul meglio di noi – possiamo essere amati profondamente per qualcosa che non esprimiamo nella maniera che ci pare migliore – … L’amore non è mai qualcosa che ci si merita.”

“Del modo di venir fuori da una cosa
Secondo Aoi, entrare in un’altra.
Secondo Mio, concentrarsi su un colore, nuotarci dentro e percorrerne tutta la storia.
Secondo Sayaka, non fare nulla, neppure pensare. Aspettare.
Secondo Takenori, andare al santuario Morito-jinja, sedersi sugli scalini di pietra, osservare il grande torii scarlatto issato nel mare.
Secondo Kaneko, ripetere il proprio nome e cognome innumerevoli volte.
Secondo Yōsuke, andare al cinema, immaginare di entrare in altre vite. Poi camminare.”

Le vite nascoste dei colori” di Laura Imai Messina, Einaudi. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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