Libri in pillole

“Quando migrano, gli uccelli sanno dove andare” di Usama Al Shahmani: recensione libro

Masticare polvere e paura, costantemente mescolate tra loro da un’aria calda, afosa, che toglie il respiro. Quel respiro che stenta a liberarsi, perché esistere vuol dire controllarsi, essere guardinghi, rigare dritto. Se si scivola, si finisce male, lì dove il nemico non perdona, dove è pronto a punire severamente anche con la morte.

quando migrano gli uccelli sanno dove andare di usama al shahmaniEssere prigionieri in casa propria, privati di ogni libertà: perché la dittatura non permette di esprimersi, di sognare, neanche di alzare la testa semplicemente per guardare al di là dei divieti. No, bisogna limitarsi a esistere, a rispettare i dogmi imposti, come rinchiusi in una gabbia con mille occhi che continuamente passano al setaccio ogni singola mossa.

Con il suo ultimo romanzo, Quando migrano, gli uccelli sanno dove andare, l’autore iracheno Usama Shahmani racconta la sua storia, quella di un bambino cresciuto in Iraq a cavallo degli anni ’70 e ’80, nel momento in cui Saddam Hussein prese il comando del Paese dando inizio a un ventennio di dittatura e guerra. Una storia fatta di privazioni, fughe, distacchi e separazioni, di terrore e di appigli: Dafer, il protagonista, ci guida in questo cammino tortuoso che lo porterà a fuggire dall’Iraq dopo aver messo in scena una pièce teatrale anti governativa che ha attirato su di sé gli occhi del regime, costringendolo a lasciare la propria casa e la propria famiglia per trovare rifugio lontano dalla sua terra.

“Aveva nove anni quando scoppiò la guerra contro l’Iran. Il conflitto cominciò sui campi di battaglia, s’infiltrò nelle scuole e finì nelle camere da letto. La moglie denuncio il marito, il fratello il fratello, l’amico l’amico. Una volta la televisione irachena mostrò un padre che aveva denunciato il figlio ai servizi di sicurezza perché rifiutava di arruolarsi. Quando il figlio in fuga fu ucciso dalla polizia, il padre apparve in televisione insieme a Saddam e ricevette un’onorificenza quale più autentico e onesto cittadino iracheno”.

Malgrado l’argomento sia intenso e a tratti straziante la penna di Usama Shahmani è morbida, leggera come una piuma che vola più in alto di tutto, e che dall’alto ci mostra ciò che la guerra distrugge: non solo strade, edifici, corpi, case, ma anche sogni, speranze, legami, relazioni, rapporti, che si sgretolano sotto i colpi di arma da fuoco e del terrore imposto. Ma c’è un appiglio al quale Dafer proverà ad aggrapparsi: la letteratura, strumento attraverso il quale si può capire la realtà e provare a sognarne una migliore, nella speranza di poter avere un giorno davanti a sé un mondo libero, umano, diverso, inclusivo.

“La letteratura fu la minuscola imbarcazione che lo salvò dagli uragani della guerra”.

Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The Book Advisor

“Quando migrano, gli uccelli sanno dove andare” di Usama Al Shahmani, edizioni marcos y marcos. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio