Dream Book

“Quelli che ci salvarono” di Jenna Blum: recensione libro

La vergogna spegne le parole, risucchia le difese. Lascia muti e soli. Provare vergogna per qualcosa di crudele, di orribile, infiamma un sentimento di rivalsa, di giustizia. Gli animi si agitano per rabbia, sconcerto, sorpresa e incredulità. Provare vergogna per se stessi, invece, indebolisce la propria persona.

Ricordare la vergogna

quelli che ci salvarono jenna blumCi si sente indifesi, fragili e si arranca alla cieca con un vuoto dentro tanto da apparire pupazzi. Quel vuoto in realtà è un macigno di tormenti emotivi che pesa e che resta lì nello stomaco a ricordare la vergogna. Ristabilire l’ordine delle cose, la reale visione di ciò che è stato, non è facile. E dire la verità, a volte, non è una totale liberazione da ciò che si è sentito e vissuto come sporco. Confessare la geografia della vergogna è un punto di partenza, non un atto istintivo. Arriva con i sensi di colpa, con gli incubi, con la paura, con l’annaspare davanti a situazioni che, se pur alla lontana, portano a ricordi tenuti al buio e sottochiave che spaventano e che devi superare, prima o poi.

Nel romanzo Quelli che ci salvarono di Jenna Blum sei un impasto di emozioni che si sfarinano dinanzi alle atrocità subite dagli ebrei. Provi rabbia, sdegno, repulsione per quel pezzo di Storia che i nazisti hanno scritto sulla pelle di migliaia di ebrei ridotti ad un numero, ad uno sputo, ad un niente. Anna, una ragazza tedesca ariana si innamora di un medico ebreo dal quale ha una figlia. Lo nasconde anche in casa sua per salvarlo, ma scoperto viene deportato in un campo di concentramento ai lavori forzati. Lei, ancora incinta, va a vivere dalla fornaia Mathilde di cui diventa apprendista.

Quelli che ci salvarono

Sono coraggiose le due donne, sono sovversive. Fanno parte della Resistenza e aiutano i prigionieri sfornando pane anche per loro che lasciano, correndo molti rischi, nella pancia di un albero vicino al campo di concentramento. Lasciano pane ed informazioni e ne ricevono altre insieme alla speranza che tutto possa finire in fretta. La fame, la sopravvivenza, portano a dei compromessi. E Anna si vergogna, arranca ad occhi bassi chiudendosi nel proprio silenzio. Ha i suoi sensi di colpa, ma ha soprattutto una figlia e deve vivere per lei, per entrambe. Si irrigidisce nelle pagine del suo vissuto. Non parlarne per lei è meglio, ma la sua mente ricorda tutto e la smorfia di disgusto si affaccia sempre allo stesso modo.

Intenso il romanzo. Ha una forza emotiva incredibile, hai la visione e la percezione di tutto. Senti il profumo del pane appena sfornato, il rumore sordo di quello secco che cade sul bancone, il freddo della pistola che sfiora labbra terrorizzate, l’odore acre di sudore misto a paura e piscio. Sei lì, nel libro e non scappi. Il romanzo si spalma su due piani temporali diversi, quello di una vita in bilico e quello della ricostruzione delle storie, della propria storia e della Storia stessa. Resta la vergogna, ma non il silenzio.

“Quelli che ci salvarono” di Jenna Blum, Edizioni Neri Pozza. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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