Dream Book

“Il pozzo delle bambole” di Simona Baldelli: recensione libro

Esserci senza un prima guasta il dopo. Un punto fermo che precede il vuoto e dal quale si va alla ricerca della stabilità esistenziale. Nel mezzo ci stanno delusioni, cicatrici e sogni. Un insieme che genera dei sottoinsiemi. Appartenere all’uno o all’altro dipende da come si vivono le situazioni. Il carattere influisce, certo, ma non è determinante. Qualcosa, anche in modo recondito, ci spinge ad essere accanto a tanti oppure a pochi. Si può anche essere soli, dei puntini.

Essere esclusi da molte cose. Non avere un passato, però, getta la notte sui ricordi. Il prima è un grande buco nero. A nulla serve riempirlo con l’immaginazione, con l’illusione. Si sfilaccia e fa acqua, scivola via senza alcuna presa. Quando manca l’eredità della memoria ci si sente nati da un punto, prima del quale, se ci si affaccia, si cade nel baratro. Girarsi e non sapere nulla sui propri genitori getta scompiglio emotivo. Desiderare una famiglia per essere accettati, superare quindi il senso di abbandono, illumina le ore perché si vorrebbe far parte di un insieme. Le domande diventano insistenti. Si fanno spazio anche nel sonno, occupano la mente per riempirla di vita, che non c’è stata. Le assenze pesano, e quelle di una madre ancora di più. Il senso di appartenenza, con il tempo, si fa labile. Si sfalda. Non si sa più che farsene quando non ci sono risposte. Allora, costruisci da solo la tua eredità, fatta di parole, di affetti, di rifiuti e di intraprendenza. Conosci esattamente cosa non hai avuto, dai un peso alle sensazioni, diventi anche duro per evitare di provare ancora una volta quella mancanza di affetto che spettava ad un prima, ma che si è fermata con il dopo.In Il pozzo delle bambole di Simona Baldelli siamo nel dopoguerra. Nina vive in un orfanotrofio. Non ha mai conosciuto nè il padre nè la madre. Nell’istituto delle suore è entrata dopo i primi vagiti. Nina si convince di valere poco, se fosse stata importante non sarebbe finita lì. Le monache impongono la disciplina, misurate sul vitto e sulle esternazioni di affetto. Quando scende la notte è tutto “un coro di sospiri, lamenti, singhiozzi soffocati sul cuscino”, ma succede anche altro. Le sorelle lo sanno, ma preferiscono fare finta di niente. Solo una monaca, insieme a Nina, si spinge nel pozzo prima che sia troppo tardi.Il romanzo è bellissimo. La storia è toccante, resta sulla pelle e nella mente del lettore come qualcosa di prezioso. La prosa è potente. È fatta di tante cose ordinate bene. Diversi i temi trattati dalla scrittrice e tutti trattati con una grande attenzione mista alla sensibilità. Da leggere, assolutamente. 

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“Il pozzo delle bambole” di Simona Baldelli, edizioni Sellerio.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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