I libri di Riccardo

“Rosa candida” di Audur Ava Ólafsdóttir: recensione libro

C’è qualcosa di commovente e di magico nell’intercalare del vecchio padre di Arnljòtur, in quella ripetizione promossa ad anafora che s’infila sotto la nostra pellaccia di consumati lettori, entra in circolo e acquista vita autonoma, un po’ come il “, sostiene Pereira” di “Sostiene Pereira”.

Ci sono personaggi che sbocciano nella nostra mente di lettori, tanto da farci sorgere il dubbio che qualcuno li abbia seminati in precedenza, in un altro tempo, in un’altra dimensione. Ci sono romanzi toccati dalla grazia, senza che l’autrice l’abbia cercata o impetrata, la grazia. Ci sono e sono lì per noi, è solo questione di andare a cercarli, magari in un’isola lontana, magari in un’isola che c’è e che col calore dei suoi vulcani fa da incubatrice alla letteratura di qualità.

Una trama che non è una trama

rosa candidaDue parole sulla trama, che poi non è importante in un romanzo così particolare. Una trama che non è trama, ma atmosfera, una trama che come quella di un tessuto si perde per far posto a disegni e colori, tenui e delicati. Potremmo dire che è un romanzo di formazione al contrario, che si muove dal traguardo della paternità verso la strada che porta a desiderare la paternità. Strada disseminata di personaggi indelebili disegnati con mina leggera: un padre totalmente inadatto al ruolo, più che un padre, quasi un altro figlio da sottrarre a timidezza e timori, una donna non ancora adatta al ruolo che il quinto di una notte le ha imposto nella penombra di una serra, un fratello gemello da tenere per mano per evitare che si perda in abbinamenti sgargianti, e poi un giardino antichissimo, non più adatto alla meditazione e custodito da un altro Padre che ama servirsi della voce di Bergman o Antonioni per suggerire meditazioni poco trascendenti.

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Audur Ava Ólafsdóttir, nata a Reykjavik nel 1958, è una delle più note scrittrici islandesi. Dopo aver insegnato Storia dell’Arte è giunta al successo proprio con “Rosa Candida” ed è stata poi finalista del Premio Strega Europeo 2018 con “Hotel Silence”. In Italia sono stati pubblicati sei suoi romanzi, tutti da Einaudi e tutti con l’ottima traduzione di Stefano Rosatti.

“Rosa candida” di Audur Ava Ólafsdóttir, edizioni Einaudi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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