Libri in pillole

“Io sono la bestia” di Andrea Donaera: recensione libro

Nel dizionario della lingua italiana il sostantivo bestia è così spiegato: “nome generico di ogni animale escluso l’uomo, anzi spesso usato in contrapposizione all’uomo”. Animale, dunque, con i suoi istinti incontrollati. Essere vivente che non conosce filtri, vincoli, che agisce di impulso senza frenare la sua indole primordiale. Bestia, insomma, che attacca per difendersi, che mostra i denti per spaventare il suo avversario, che ricorre all’attacco violento per preservare la sua esistenza, ma che sa anche regalare gesti d’affetto a sorpresa, che può dimostrare amore reale, benché ruvido.

“In contrapposizione all’uomo”, abbiamo detto, eppure Andrea Donaera in questo romanzo parla di uomini-bestie, uomini divorati e costantemente aggrediti dalla propria bestia interiore, da quegli impulsi che somigliano a esplosioni, come i vulcani che sputano rabbia, fuoco, sassi e sangue, uomini e donne che hanno talmente familiarizzato con la violenza che non conoscono quiete, non conoscono tregua, non conoscono altro se non l’odore della paura che respirano nella pelle degli altri, di chi bestia non è e delle bestie ha il terrore. Ma il cuore, malgrado sia pietra, cuore rimane.

“Mi getto acqua fredda in faccia e strofino forte. Forte, sempre più forte, fino ad aver quasi paura di farmi schizzare via gli occhi. Immergo, poi, il volto nell’asciugamano. L’asciugamano appena usato da te – l’odore dei tuoi denti lavati, le macchie lasciate dal mascara. E lì, questa mattina, come ogni mattina, vorrei restare: nel buio spugnoso, in un urlo ovattato. Riemergo. L’urlo si secca. Guardo il lavandino. Pezzi di me ovunque. Penso che sarebbe stato bello. Se al posto del cuore avessi avuto un nulla, un vuoto biologico, un palpitare senza conseguenze. Sarebbe stato bello. Invece ho un cuore, un cuore vero. E perdo pezzi. Perché sono vivo. In qualche modo. Vero. E devo vivere”.

Odora di morte e vendetta questo romanzo, che racconta la storia di Mimì, boss della Sacra Corona Unita che ha perso il figlio, morto suicida. Una vita che sfuma e una che si sgretola, dunque, attivando reazioni a catena che però hanno tutte un comune denominatore: scappare dai fantasmi. I fantasmi dei ricordi, i fantasmi del vuoto lasciato da chi non c’è più, i fantasmi che popolano i tunnel oscuri nei quali si è scivolati e dai quali è difficile risalire, i fantasmi di chi vede davanti a sé la perpetua battaglia tra amore e odio, affetto e violenza, cuore e sangue.

Io sono la bestia è un libro intenso, ruvido, crudo, sia nella narrazione che nello stile di scrittura, un romanzo che aggancia e lascia il segno, che trascina negli anfratti reconditi, polverosi e bui della psiche umana, al fondo della quale, tuttavia, si intravede una flebile luce: è quella degli amori fragili, veri ma lacerati, fili che tengono ma che rischiano di spezzarsi in qualsiasi momento, lasciando cicatrici che non possono smettere mai, periodicamente, di sanguinare, in una sorta di promemoria utile per ricordare cosa sia il dolore e cosa significhi viverlo costantemente sulla propria pelle.

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“Io sono la bestia” di Andrea Donaera, edizioni NN Editore. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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