Fertilemente

“Sedici parole” di Nava Ebrahimi: recensione libro di Fertilemente

Qualcuno ha detto che un buon libro è come un amico, quando ti lascia ti senti abbandonato. Appena ho letto l’ultima pagina di “Sedici parole” ho iniziato a sentirne la mancanza.

Mona torna in Iran insieme alla madre per il funerale di sua nonna. Vivono in Germania, in un luogo che considerano ormai casa, l’Iran è lontano e contraddittorio, terra che suscita sentimenti in conflitto tra loro. Ma attraverso 16 parole, volutamente non tradotte nel titolo dei vari capitoli, Mona riallaccia fili, ne intreccia altri, vede cose “da esterna” e ne vive altre che si insinuano dentro di lei perché nonostante tutto fanno parte delle sue radici.

Mona era partita per dare un addio alla donna colorata, folle e contraddittoria dei suoi ricordi, per poi velocemente dire addio ad un Paese che non è più il suo, dal quale forse si vorrebbe allontanare senza guardarsi indietro, pur sapendo in cuor suo quanto questo sia impossibile.

Un viaggio che non va come si sarebbe aspettata, un andare e venire dal passato, colori, suoni, sapori, contrasti e un segreto, che non svelo, che era nascosto da qualche parte eppure sotto gli occhi. Di quelli che modificano la percezione dei ricordi…o forse sistemano tasselli che non erano al loro posto, permettendo di vedere finalmente il disegno giusto.

Sedici parole di Nava Ebrahimi è un libro BELLISSIMO. Non mi vengono altre definizioni possibili. Bellissimo. Imperdibile.

“Conosco una piccola triste fata

che vive nell’oceano

e suona il suo cuore in un flauto di legno,

piano piano,

piccola triste fata,

che a notte muori con un bacio

e all’alba, con un bacio,

tornerai al mondo”

Sedici parole” di Nava Ebrahimi, Keller Editore. Fertilemente.

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