I libri di Riccardo

“Jezabel” di Irene Nemirovski: recensione libro

Il Tempo, Crono se preferite, divora i suoi figli e purtroppo inizia proprio col cibarsi della loro bellezza, se esiste, e della loro effimera giovinezza. A volte accade anche che le sue vittime si comportino esattamente come il carnefice e si nutrano della loro stessa carne, nel vano tentativo di ingannare il tempo con un po’ di belletto al posto della pietra del mito.

Jezabel, un romanzo paradigmatico

jezabel irene nemirovskiJezabel di Irene Nemirovski è romanzo paradigmatico nel rappresentare la più antica tragedia dell’uomo, e si apre in un luogo, la Corte d’Assise, deputato a giudicare delle umane tragedie. Un titolo biblico che richiama la tragica storia della regina senza pudore, la mangiatrice di uomini finita in pasto ai cani, e fa da contrappunto alla tragedia personale della Némirovsky, figlia di una madre famelica di vita e assolutamente anaffettiva, “fredda, severa, una vecchia bambolina imbellettata e mezza matta, ora frivola, ora terrificante, che trascina in ogni angolo della terra la sua noia”, ripiegata su se stessa per meglio rimirare la propria bellezza, ossessionata fino al punto di esser gelosa della sua giovinezza, fino al punto di murare la figlia in un’eterna fanciullezza, fino al punto di negare ricetto ai nipoti in fuga dai nazisti.

«Finalmente arrivava la notte e lei si sentiva rinascere. Rientrava a casa, si vestiva, si rimirava. Sì, questo le piaceva… Che cosa c’era di più bello al mondo, e quale voluttà era paragonabile a quella di piacere?… Quel desiderio di essere venerata, di essere amata, quell’aspirazione in fondo banale, comune a tutte le donne, era diventata per lei una passione, come quella del potere o dell’oro nel cuore di un uomo, una sete che aumentava con gli anni e che niente, mai, aveva potuto estinguere».

Il consueto stile impeccabile della Némirovsky, ben salvaguardato dalla traduzione italiana, al servizio di un romanzo quantomai attuale, in tempi di parossistiche ossessioni per bellezza e giovinezza. Un romanzo che sublima il risentimento personale di Irene nei confronti della madre ed esce dagli angusti confini autobiografici per lasciarci un’opera dal volare universale.

“Jezabel” di Irene Nemirovski, edizioni Adelphi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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