Libri in pillole

“Pesca alla trota in America” di Richard Brautigan: recensione libro

La sensazione che si ha leggendo Pesca alla trota in America di Richard Brautigan è quella di stare seduti su una sedia a dondolo di un tipico patio di una casa del far west in compagnia dell’autore che, mentre sorseggia un whisky con soda, racconta a ruota libera una serie di episodi legati sì alla pesca, ma attraverso i quali narra le varie sfaccettature che caratterizzano la vita marginale degli individui che popolano la società statunitense degli anni anni Sessanta.

Pesca alla trota in America è una combinazione di parole che torna ciclicamente nel testo, riferendosi in alcuni casi a dei personaggi probabilmente immaginari, in altri alla vera e propria pratica della pesca, di cui si parla nel testo pur non costituendo l’elemento centrale. Pesca alla trota in America è dunque un romanzo che non ha le caratteristiche di un romanzo, in quanto prodotto di un insieme di testi che spaziano dalla pesca alla trota, passando per episodi accaduti a personaggi sghembi attraverso i quali l’autore riflette, in modo estremamente ironico, sulla condizione dell’essere umano che risulta essere sempre più marginale, in una società popolata prevalentemente da hippie e ubriaconi solitari.

Un romanzo non semplice da leggere e non sempre facile da seguire, ma in cui emerge l’enorme capacità di Brautigan di essere dissacrante, ironico, surrealista ma al contempo anche riflessivo e malinconico.

“Pesca alla trota in America” di Richard Brautigan, edizioni Einaudi. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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