Libri in pillole

“Acido solforico” di Amélie Nothomb: recensione libro

“Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo”. Inizia così Acido Solforico, nel momento in cui la vita della città di Parigi viene sconvolta improvvisamente dall’avvento di un nuovo format televisivo: “Concentramento” è un reality show che prevede il rastrellamento dalle strade di persone qualsiasi che vengono poi trasformate in concorrenti del programma e gettate all’interno di un campo nel quale sono costrette ai lavori forzati e alimentate solamente con scarse razioni di brodaglie.

“Ma le vere star della trasmissione sono i prigionieri. E dal momento che noi riproduciamo le condizioni di un autentico campo di concentramento non possiamo intervistarli: sarebbe contrario al principio di disumanizzazione che governa ogni campo che si rispetti”.

Un reality show che rastrella partecipanti

La troupe televisiva seleziona a caso dunque i concorrenti, condannati a vivere secondo le regole di un campo di concentramento dove i loro aguzzini sono i kapò, abili e spietati picchiatori. Il momento in cui l’audience del programma fa però registrare i picchi più alti è quando prima i kapò e poi il pubblico decidono quali concorrenti dovranno essere eliminati, quindi morire. Ma tra di loro c’è una ragazza di nome Pannonique che si rivelerà un osso duro da affrontare sia per i kapò che per gli organizzatori del programma.

Amélie Nothomb in Acido solforico ricrea il clima di violenza e disumanizzazione che ha caratterizzato i campi di concentramento nazisti, ma lo fa attraverso un punto di vista attuale ponendosi questa domanda: la nostra opinione sarebbe diversa se questi atteggiamenti violenti e disumani venissero proposti e dunque sdoganati da un format televisivo di successo?

La spettacolarizzazione della sofferenza è il cuore della riflessione del romanzo dell’autrice francese, che si interroga sul perché la sofferenza degli uomini diventi molto spesso un un elemento che attrae gli altri uomini, che si indignano, si ribellano ma che alla fine, incapaci di reagire e di pensare, dimostrano di rimanere schiacciati dalle mode, inglobati e instupiditi dai format televisivi proposti, in una società in cui tutti si giustificano e si chiamano fuori brandendo in alto la bandiera della propria diversità rispetto alla massa, ma lo fanno rimanendo con i piedi ammollo in una grande piscina di ipocrisia.

“Acido solforico”, di Amelié Nothomb, Edizioni Voland. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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