Libri in pillole

“Ciò che stringi nella mano destra ti appartiene” di Pascal Manoukian: recensione libro

Parigi, Karim, figlio di algerini musulmani, e Charlotte, figlia di armeni cristiani, sono una giovane coppia in attesa del loro primo figlio. Aurelien è un ragazzo scorbutico, che discute quotidianamente con la madre. Sono questi i primi personaggi che conosciamo nelle prime pagine del libro “Ciò che stringi nella mano destra ti appartiene”. Vite separate che si uniranno nel momento in cui in un bistrot della capitale francese un attentato terroristico rivendicato dall’Isis uccide diverse persone tra cui Charlotte.

Karim le ha già viste quelle immagini. Ha già provato quella voglia di vomitare, quell’indignazione nei confronti di una morte inutile, cieca, senza distinzione né ragione. È lo stesso orrore di Parigi. Lo stesso assurdo odio. La stessa negazione di tutto. Quelle vittime non valgono meno delle altre. E come le altre, lasciano dietro di sé disperazione, e orfani. Il loro sangue non si secca prima e generano le stesse identiche lacrime, anche se piante in arabo e sepolte su un fianco, con il viso rivolto verso la Mecca. E il loro ricordo sarà a lungo un’ossessione, esattamente come quello di Charlotte. I veli, le barbe, i kami non fanno la differenza. Come a Parigi, le sirene portano via quelli che hanno ancora una speranza di vivere. Ma dove sono, qui, i foyer nei quali soccorrere i feriti? Dove sono gli ospedali, i chirurghi, le unità di sostegno, i teli sterili? Perché i bambini ustionati rimangono seduti a terra, abbandonati? Perché vengono lasciati soli con il loro dolore?

Un viaggio all’interno dell’Isis

Karim scopre l’identità dell’attentatore, suo ex compagno di scuola, e decide di capire il perché un giovane decida di sacrificarsi per eliminare altri esseri umani innocenti. Inizia così il suo viaggio all’interno dell’Isis, mettendosi in contatto con un reclutatore di combattenti via social network e finendo per arruolarsi in Siria per arrivare al capo dell’organizzazione e consumare la sua vendetta.

Pascal Manoukian, scrittore e reporter nelle zone devastate dalla guerra, disegna un quadro tragico, e spiega come per l’Isis sia fondamentale sfruttare il sistema occidentale per ingrossare le fila del suo esercito di combattenti: un sistema per il quale hanno più valore i casting rispetto ai documentari, i reality show rispetto ai programmi culturali, il pressappochismo rispetto al ragionamento approfondito, e che ha creato un nutrito gruppo di emarginati, di essere umani delusi e scontenti ai quali è stata ridotta al minimo la capacità critica. Ed è proprio tra questi emarginati dal sistema occidentale che l’Isis pesca per costruire il suo esercito e fare proseliti.
Un libro incredibile, difficile da digerire, ma che non si può smettere di leggere una volta iniziato.

“Ciò che stringi nella mano destra ti appartiene” di Pascal Manoukian, 66thand2nd editore. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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