Un libro tra le mani

“Dove qualcosa manca” di Francesca Zanette, recensione: Un libro tra le mani

DOVE QUALCOSA MANCA di Francesca Zanette è un libro bellissimo, perfettamente calato nel luogo e nel tempo storico che narra, lieve nella scrittura e toccante nei contenuti, contenuti amari, esattamente come la vita di coloro che nell’immediato dopoguerra, mentre cercano di ricostruire e di ricostruirsi, si accorgono che non è possibile voltare pagina ed essere felici, nonostante l’apparente serenità e il boom economico, se qualcosa è rimasto indietro, irrisolto, se quel pezzettino di passato rimasto incastrato nella mente e nel cuore non viene estirpato a dovere, anche a costo di farsi molto male.

“Subdoli, i ricordi, infedeli: si mischiano, sgusciano, saltano fuori a dispetto, mille palline, aghi, sassate che senza criterio, monchi e osceni, colpiscono testa gola lombi ventre mani, rimbalzano, crepano, fanno rumore.”

Storia e storie

In un andirivieni tra il ’44 e il ’58 , tra la Resistenza e una bottega di alimentari, siamo spettatori della vita di chi ha combattuto tra i partigiani, di ragazze che hanno fatto le staffette, di famiglie pronte a nascondere soldati in cantina mentre i tedeschi occupavano i loro cortili di casa, assistiamo alla paura di perdere qualcuno di caro e allo smarrimento di fronte alla possibilità di perdere se stessi per poterlo salvare.
La guerra è così, mette di fronte a scelte difficilissime, scelte che avranno ripercussioni per il resto della vita.
Ed ecco come la Storia riesce ad “entrare” nelle storie dei singoli…

Questo è un libro sul “ritorno”.
Sui ritorni che sconvolgono gli equilibri.

Interessante vedere come un’autrice giovanissima riesca ad immergersi perfettamente in un linguaggio e in un modo di pensare appartenenti ad un passato a lei lontano, e come riesca a farlo brillantemente, facendoti sentire completamente immerso e parte di quel momento storico, di quel territorio.
Anni in cui la religione, con tutti i suoi veti e le sue imposizioni, aveva un grande ascendente su tutti i cittadini, specialmente nei piccoli paesi, anni in cui la reputazione delle donne era fondamentale e la distinzione tra sante e puttane era argomento di chiacchiere anche tra i banchi della chiesa.
Donne che si realizzavano solo ed esclusivamente nel matrimonio, nella cura della famiglia, ignare di quanto quel desiderio di “sistemazione a tutti i costi” potesse trasformarsi anche nella loro peggiore prigionia.

“Le altre erano tutte già sposate. Le insegnavano il mestiere di moglie, bisognava sentirle: i discorsi parevano estratti da “Grazia”. Il marito era “lui”; per lui imparavano a cucinare, stirare le camicie.
Lo aspettavano di ritorno dal lavoro e che fatica tenere la casa in ordine, renderla confortevole per lui, riuscendo anche a risparmiare.”
“Un uomo docile che non beveva, senza il vizio delle carte, che lavorava dieci ore al giorno nella sua officina, anche di sabato.
Altre avrebbero pagato per capitare nella sua situazione.
Un buon compagno; non le avrebbe fatto mancare nulla, figli ne voleva e forse le sarebbe stato fedele.”

Ma soprattutto è stato bello vedere come sia riuscita a trattare anche tematiche molto attuali attraverso la distanza di oltre sessanta anni.

I personaggi sono tanti e sono tutti intensi, lontani dall’essere degli eroi, ma con la responsabilità e il peso di essere vissuti a cavallo di un mondo che cercava di cambiare, di evolversi, e che, come accade in tutti i cambiamenti, portava con sé difficoltà apparentemente insormontabili.

A me sembra incredibile che questo sia un esordio, la scrittura è già matura, piena, attenta e precisa.
Si percepisce il lavoro accurato, sia da un punto di vista storico che lessicale.
Un bellissimo romanzo che mi auguro abbia il successo che merita.

 

“Dove qualcosa manca” di Francesca Zanette, readerforblind editore. Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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