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“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman: recensione libro

Eleanor Oliphant vive a Glasgow in un bozzolo igienicamente sigillato, in compagnia dei suoi cruciverba e, nei weekend, di Glen o di Smirnoff, e ha una madre che a sua volta vive in un bozzolo “ermeticamente” sigillato. Purtroppo i Principi Azzurri sono soliti frequentare luoghi piuttosto rumorosi e affollati, quindi Eleanor dovrà stilare un preciso, e costoso, programma per impossessarsi degli sgargianti colori di una farfalla.

Eleanor Oliphant, un romanzo “Britt”

Eleanor Oliphant sta benissimoVista la sinossi, potreste pensare di trovarvi davanti a una Forrest Gump che ricalca le orme di Bridget Jones e, anche se questo romanzo è indubbiamente molto “Britt” e segue la fortunata formula della moderna narrativa anglosassone, caratterizzata da una brillante autoironia che ama virare in graffiante sarcasmo a stigmatizzare la difficoltà dei giovani a liberarsi di cappellini e nuove o polverose convenzioni sociali, sarebbe analisi frettolosa e superficiale.

Eleanor Oliphant è un romanzo ben costruito, grazie a uno stile narrativo che ruba molti sorrisi, alcuni amari in un’epoca in cui la solitudine prima che condizione personale è marchio d’infamia sociale. Un romanzo in grado di avvincere il lettore grazie all’aspettativa, sapientemente centellinata da Gail Honeyman, sull’infanzia della protagonista.

Certo, rimaniamo piuttosto distanti dalla Letteratura, ma se un romanzo riesce a farci sorridere e riflettere, non sarebbe giusto liquidarlo come semplice lettura da diporto e, se siamo onesti, dovremo ammettere che qualcosa di Eleanor Oliphant, si spera in misura omeopatica, appartiene a ognuno di noi.

Una storia di resilienza, di cicatrici e della capacità di coprirle o ignorare gli sguardi che le accarezzano. Una storia che si preannuncia come grande successo commerciale, perfetta per i palati di molti, ma apprezzabile anche da quelli più fini… cibi scozzesi a parte, of course.

“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman, edizioni Garzanti. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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