Libri in pillole

“Kitchen” di Banana Yoshimoto: recensione libro

Una delle primissime sensazioni che ho provato sfogliando e leggendo Kitchen di Banana Yoshimoto è stata quella di estrema serenità. Eppure fin dalle prime pagine del libro risulta piuttosto chiaro che i temi affrontati in questo romanzo non sono affatto leggeri: perché in Kitchen si parla di lutto, di solitudine, di tristezza, di malinconia acuta. Ma la delicatezza e la compostezza con cui vengono raccontate le sofferenze di chi è rimasto da solo nel mondo ha qualcosa di magico.

Perché Banana Yoshimoto, come una vera e propria sarta dei sentimenti, taglia e cuce il dolore addosso ai protagonisti della narrazione, che si ritrovano vestiti di una sofferenza che portano con una naturalezza quasi disarmante, con una compostezza che fa apparire la sopportazione un atto dovuto, sul quale si può recriminare ma con modi pacati, quasi sottovoce, o addirittura in silenzio, isolandosi.

Viene a crearsi, così, una sorta di realtà onirica, sospesa tra il ricordo appuntito di ciò che fa male e la speranza di un futuro morbido sul quale tuffarsi, in cui l’obiettivo è ricostruire e ricostruirsi per giungere lì dove la luce brilla ancora, e abbandonare, seppur a passi lenti, quel tunnel oscuro dove regna la morte, che toglie affetti, amicizie, amori, e porta con sé abbandono, tristezza, sconforto.

“Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo. Per questo è così la mia vita. A volte, nel buio, mi avvicino, passo a passo, verso l’orlo di un precipizio, ma se sbuco su una strada maestra tiro un respiro di sollievo. Anche quando penso di non farcela, conosco la bellezza della luce della luna, lassù. Una luce che penetra nell’anima.”

A fare da sfondo alla narrazione è la cucina, luogo di ritrovo, di raccolta e condivisione, dove è possibile rifocillarsi fisicamente ma anche mentalmente e psicologicamente, perché la cucina diventa il nuovo punto di partenza, lo spazio in cui è possibile provare a ripristinare quel focolare domestico perduto, per ritrovare calore, amore, famiglia e compagnia. Ma non si dimentica il lutto, non si cancella col tempo, perché va preservato, coltivato, per rendere indelebile il ricordo di ciò che è stato, di ciò che è stato vissuto.

“I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa”.

Kitchen di Banana Yoshimoto è un libro dai tipici tratti orientali, che rispecchia, anche con la scrittura, la raffinatezza della cultura giapponese, grazie all’abilità della scrittrice di riportare su carta quell’energia delicata che contraddistingue la tradizione del Paese del Sol Levante.

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“Kitchen” di Banana Yoshimoto, edizioni Feltrinelli. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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