Malditesto

“Il vangelo secondo Biff” di Christopher Moore: recensione libro

Con Il vangelo secondo Biff (sottotitolato “Amico d’infanzia di Gesù) salgono a due le recensioni su queste pagine che riguardano Dio. Magari ripesco qualche vecchia lettura e così concludo la mia bella “Trilogia di Dio”. Intanto sotto con l’interpretazione di Christopher Moore.

Sono fresco di lettura di “A volte Ritorno” ed è stato interessante leggere un’altra commedia sull’argomento a così breve distanza. Se avessi scritto questa recensione arrivato a un terzo del libro avrei scritto che mentre Niven si fa beffe delle religioni, Moore tira in mezzo proprio Dio. Tra l’altro senza conoscere le loro biografie verrebbe da dire che quello di Niven è un romanzo americano e quello di Moore un romanzo europeo.

Poveri Cristi

Nonostante i due Gesù siano simili, quello di Niven è molto più riconoscibile. È il Cristo che ci aspettiamo, ma trasportato nel ventunesimo secolo. Ha lo stesso cuore, gli stessi precetti, e poco male (anzi meglio) se non ha problemi con l’erba e gli omosessuali. Il Cristo di Moore ha sei anni quando lo incontriamo per la prima volta, sembra un bimbo come gli altri, a parte il fatto che trascorre il tempo uccidendo e resuscitando una lucertola insieme a suo fratello.

Ce lo racconta direttamente Biff, l’amico più intimo di Gesù. Dopo duemila anni è deciso che serve un nuovo vangelo, uno che riempia i vuoti lasciati dagli altri quattro. E chi meglio di Biff che ha accompagnato Gesù alla ricerca della propria strada? Un Messia nascerà anche Messia, ma non significa per forza che sappia cosa significhi. Ha bisogno di guide, di istruzioni, e quando lascia le sue terre l’unica cosa che sa è che non potrà mai conoscere una donna. E senza saperne il motivo, per giunta. Pare che ci sia, però, qualcuno che può aiutarlo a diventare quello che è scritto che sia, quel tale magio che gli aveva fatto visita appena nato, Baldassare.
E così, nemmeno adolescenti, Biff e Gesù partono per Kabul. Tutto vero, giuro. E se vi state chiedendo perché di Biff non ne avete mai sentito parlare, beh, cito testualmente le parole dell’angelo Raziel: “Ma è una testa di cazzo”.

La via delle fede

Il vangelo secondo Biff
Amico d’infanzia di Gesù

Tocca a Raziel resuscitare Biff, fargli dono delle lingue, e quindi chiuderlo in un albergo (mentre lui si sfonda di telenovele che crede siano vere) aspettando che finisca il suo libro.

Il nostro di libro invece dura poco più di quattrocento pagine, e ingrana solo verso l’ottantesima, poco prima dalla partenza dei due amici. E per entrambi il viaggio rappresenta la prima rinuncia, l’addio a una persona cara ad entrambi: Maria Maddalena. Inutile dire che tutti e due ne sono innamorati e che Maddalena è innamorata di Gesù.

Poi Moore tira il lettore a sé, irresistibile come le concubine di Baldassare che Biff avrà modo di conoscere molto bene. Senza rivelare troppi dettagli piacevoli, il viaggio verso la comprensione è il cuore del libro. Gesù, ignorato dal padre, che cerca la propria strada senza avere la minima idea di cosa sta facendo e perché. Sente solo che è così che va fatto.
Durante l’avventura scopriamo che Moore non si è beffato di Cristo come poteva sembrare all’inizio. Certo, spesso il suo lato cretino viene fuori insieme a quello ancora peggiore di Biff, ma Gesù per tutto il tempo resta motivato, giusto, impegnato. Lo sono tutti e due in verità, perché la missione che si è dato Biff è quello di proteggerlo, anche dalla stessa ingenuità dell’amico. Come ha spiegato al padre prima di partire, se Gesù è davvero il Messia allora avrà bisogno di qualcuno vicino, e se viene fuori che invece non lo è, ne avrà bisogno ancora di più.

Sacro e profano

Al termine di questo lungo viaggio, i nostri eroi vengono richiamati a casa, ora conoscono la verità, o per lo meno sanno che sono pronti per il ministero che li attende. Persino Biff trova il modo di crescere, e si lascia a riflessioni quali la solitudine che può provare l’essere eccezionale. Essere gli unici, significa anche essere i soli. È qui che il libro da totalmente immaginifico torna aderente alle scritture che conosciamo, lo fa insinuandosi tra le pieghe delle storie che ogni cristiano conosce. Tornano i nomi, tornano i luoghi, tornando i giorni, e tutto viene usato e trasformato in qualcosa di diverso, oppure no.

«Allora, che cosa sta facendo?» chiese lui.
«Mi sta spogliando».
«E adesso?».
«Si sta spogliando lei. Oh, cribbio. Ouch».
«Che c’è? State fornicando?».
«No. Si sta strusciando addosso a me, con leggerezza. Quando provo a muovermi mi dà uno schiaffo».
«E com’è?».
«Tu cosa pensi? Come se qualcuno ti prendessi a schiaffi, stupido».
«Voglio dire, com’è sentire il suo corpo sul tuo? Hai la sensazione di peccare? È come se ti si stesse strusciando addosso Satana? Ti senti bruciare come fuoco?».
«Sì, ci hai preso. È proprio come dici tu».

C’è una cosa però che arrivato alla fine tanto divertito quanto soddisfatto mi sono chiesto: di cosa parla davvero questo libro? Certamente è una storia di profonda amicizia, certamente è una storia di crescita, ma in che modo affrontarla dagli occhi di Cristo (o più precisamente del suo amico) ha reso questo storia più speciale di altre? Magari mi è sfuggito qualcosa, e allora possiamo fare che io vi invito a leggere “Il vangelo secondo Biff” e poi magari ne parliamo su queste pagine.

“Il vangelo secondo Biff” di Christopher Moore, Elliot edizioni. Malditesto

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio