Tre Libri

La morte in tre libri

Ci si sveglia con dei sani pensieri di morte, di tanto in tanto. Ma come si affronta la morte nella letteratura? Come viene vista dagli scrittori?

Tre libri per raccontare tre rappresentazioni diverse del concetto di morte.
Affrontiamo oggi tre autori, tre libri, il concetto di morte.

Audur Ava Olafsdottir – Hotel Silence

Non posso dire a questa giovane donna che non possiede altro che la vita e che io sono perso. O che la vita è diversa da come mi aspettavo. Se dicessi che io sono come tutti gli altri, amo, piango e soffro, allora probabilmente mi capirebbe e risponderebbe: so quello che intendi… Mi sembra quasi di sentire la voce della mamma: ogni sofferenza è unica e differente – aveva detto una volta – e dunque non la si può confrontare. Invece la felicità è simile.

La morte esiste perché esiste la vita. Con la stessa naturalezza Audur Ava Olafsdottir racconta la storia di un uomo di mezza età che sceglie di allontanarsi dalla sua isola oramai infelice per andare a morire altrove. Hotel Silence diventa non solo uno dei più bei romanzi mai letti, ma soprattutto una guida, un insegnamento: la morte è un processo, un passaggio dal quale nessuno può sottrarsi.

Il protagonista si allontana dalla sua isola nel tentativo di non arrecare sofferenza a chi resta; ogni giorno ricorda a se stesso che è partito per morire. Ogni giorno rimette insieme pezzi di un paese distrutto dalla guerra e rimette insieme pezzi di vite altrui.

La morte è una compagna di viaggio per Jonas. Una parte importante della sua vita da scegliere con cura. La morte diventa qui strumento e motivo di vita, di cure e rivalutazioni. Il tutto con estrema semplicità e naturalezza.

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Ylenia Del Giudice

Classe '89, romana. Libraia per vocazione, leggo scrivo leggo ancora e parlo di libroterapia

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