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“Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario” di Amara Lakhous: recensione libro

Multiculturalismo e integrazione sono probabilmente le due parole chiave delle nuove società contemporanee che, grazie al progressivo aumento della mobilità internazionale che si è registrato a partire dagli anni ’80 in poi, sono andate trasformandosi in spazi superdiversi.

Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario di Amara Lakhous Una definizione, quest’ultima, utilizzata dallo studioso Vertovec per indicare la complessità delle relazioni che si costruiscono in quelle aree urbane dove si incontrano gruppi di immigrati di diversa origine, ognuno dei quali porta con sé la propria cultura, lingua e tradizione. Spazi multiculturali e multilingui, dunque, all’interno dei quali, tuttavia, sono presenti barriere che, a volte, appaiono insormontabili: barriere linguistiche e comunicative, barriere costruite sulla difficoltà di capire e conoscere l’altro, barriere che limitano l’interazione e, soprattutto, che creano solchi che separano, allontanano, fino a formare fazioni opposte che portano a divisioni e, in alcuni casi, ad atti discriminatori. Perché conoscere vuol dire capire, avvicinarsi, relazionarsi, non conoscere, invece, significa chiudersi, allontanarsi, isolarsi.

“Potremmo aggiungere ai requisiti per la cittadinanza la prova del maiale. Forse sarà più decisiva del test di italiano. Ecco, se c’è una parola che mi fa girare i coglioni è certamente questa: integrazione. L’ho sentita da quando sono nato. Gente come Bellezza non si ricorda o forse non vuol ricordare la brutta accoglienza dei meridionali nelle città del Nord come Milano e Torino. Arrivavano alla stazione Porta Nuova dopo un lungo viaggio nel “treno del sole”, che partiva da Palermo e Siracusa per formare un solo convoglio, che poi attraversava la Calabria, la Basilicata, la Campania, il Lazio, la Toscana e la Liguria. Anche allora, come oggi, si diceva che i nuovi arrivati (chiamati napuli o addirittura marocchini) non erano “integrabili”. Li si dipingeva come arretrati, analfabeti, pericolosi e portatori di delinquenza di ogni genere. Tanto meglio tenerli lontani. “Non si affitta ai meridionali” era lo slogan di quell’accoglienza, dimenticata in fretta”.

“Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario” di Amara Lakhous 

In Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario Amara Lakhous riprende elementi simbolici e stereotipi appartenenti alle comunità regionali italiane e alle diverse comunità straniere che risiedono a Torino e ci costruisce una sorta di giallo: il protagonista, Enzo Laganà, è un giornalista di cronaca ed è chiamato a indagare su due episodi che hanno scosso la vita della città piemontese. Chi ha permesso a un maialino di passeggiare all’interno della moschea di quartiere? Chi c’è dietro la faida tra albanesi e rumeni che sta mietendo vittime e seminando terrore?

Con una scrittura fresca, dinamica e a tratti anche divertente Amara Lakhous affronta questioni spinose come migrazione, integrazione, conflitto e discriminazione esterna, cioè degli italiani verso gli stranieri, e interna, vale a dire degli italiani verso gli stessi italiani, con un approccio leggero e vincente, perché propone un romanzo che richiama i tratti della commedia, intrattenendo da una parte il lettore con una narrazione avvincente e offrendogli, dall’altra, importanti spunti di riflessione riguardo le criticità, le complessità e i pregiudizi legati alla migrazione e ai quartieri multietnici.

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“Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario” di Amara Lakhous, edizioni E/OLibri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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