Un libro tra le mani

“Cuorebomba” di Dario Levantino, recensione: Un libro tra le mani

CUOREBOMBA, di Dario Levantino.

Corri Saruzzu, corri veloce, scappa da questo mondo terribile che lucra sull’infelicità dei piccoli, dei disgraziati, che si ciba della loro disperazione togliendogli i sogni, gli affetti e pure la fame. 

Oppure resta… resta e metti i tuoi guanti da portiere, para tutti i colpi, proteggi la tua porta come tu sai fare, senza paura di lanciarti, con l’amore violento di chi non ha più nulla da perdere, con allenamento e sacrificio, incurante dei lividi, del dolore e delle ingiustizie che ti divorano dentro.

Sei un cuorebomba tu, fragile e forte, conosci il dolore piu cupo, ma sei capace anche della felicità più genuina, più vera, la tua anima sensibile amplifica tutto, il bello e il brutto, col rischio di farti deflagrare, volando altissimo o ammazzandoti.

Brancaccio, sempre…

Sei nato a Brancaccio, e questo luogo è come un marchio che ti segue e ti identifica, ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia.

E cosa importa sei tu sei un ragazzo onesto, leale, per nulla violento, che ama la sua fragilissima mamma, il calcio, la letteratura, la mitologia, che vive lo studio come nutrimento personale e non come indottrinamento, cosa importa se la sera, invece di andare a spacciare, ti metti sotto le coperte a leggere Dickens o a coccolare il tuo cane randagio o a scoprire l’amore con Anna… per tutti rimarrai sempre “quello di Brancaccio“, quello da evitare.

[…] per me “cultura” voleva dire disordine, vento fra le foglie, interpretazione infedele.”

Dario Levantino ha scritto un bellissimo e toccante romanzo di formazione, dove la strada verso il futuro è lastricata di ostacoli, cattiveria e pregiudizi.

Ci sono realtà che fanno crescere in fretta, che si mangiano gli anni della spensieratezza, che calpestano l’idealismo di ragazzi ancora pieni di “domani”.

Bella la lingua usata, che ha una sua spontanea appartenenza alla strada, alla realtà, che ci permette di vivere e vedere con gli occhi di chi, in un certo tipo di ambiente, ci (soprav)vive e si muove.

Letteratura di periferia, sì. 

Non è certo il primo, né  sarà l’ultimo romanzo che calca questo filone di libri che indagano il degrado di certi quartieri e il disagio adolescenziale, le famiglie distrutte dalla povertà, dalla malavita, le istituzioni che mancano di approcci e di strumenti adeguati… ma ognuno di essi lascia un’impronta importante, una sfumatura diversa che, insieme a tutte le altre, compone un puzzle che non avremmo mai voluto iniziare.

“La vita è una salita continua, non bisogna guardare mai giù. Se guardi giù, ci trovi gli errori, le manchevolezze, le cose che non si possono più aggiustare; se guardi giù, ci trovi le colpe, le assenze, le orme che ti fanno emozionare perché la vita è fatta di persone che t’accompagnano e poi se ne vanno; se guardi troppo giù, finisce che trovi l’unica cosa che non ti serve. La paura.”

P.s.: Ho letto questo libro in occasione di un incontro con l’autore, e non sapevo fosse il romanzo di mezzo di una sorta di trilogia dedicata a Rosario Altieri.

Inutile dire che Rosario mi ha rubato il cuore e adesso leggerò sia il precedente (“Di niente e di nessuno“) sia il successivo (“La violenza del mio amore“).

In ogni caso, questo libro si regge benissimo da solo!

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“Cuorebomba” di Dario Levantino, Fazi editore . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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