Libri in pillole

“I cento pozzi di Salaga” di Ayesha Harruna Attah: recensione libro

Aminah e Wurche. Sono due donne le protagoniste del romanzo I cento pozzi di Salaga di Ayesha Arruna Attah che, con la sua opera, ci riporta indietro nel Ghana di fine Ottocento, epoca in cui sebbene la schiavitù sia stata abolita continua a essere fomentata per soddisfare il mercato interno.

“Salaga è la città dei cento pozzi” disse Wurche
“Perché ci sono tutti questi pozzi?” chiese Aminah
“Li hanno costruiti per lavare gli schiavi dopo giorni e giorni di viaggio” disse Wurche.
Una città creata per vendere esseri umani, pensò Aminah.

Due donne, dunque, che vivono nello stato di transizione tra il dominio indigeno e quello che inglesi, tedeschi e francesi vorrebbero imporre. Sono due donne la cui estrazione sociale è nettamente diversa: Aminah, bellissima adolescente strappata alla sua famiglia da una banda di mercanti indigeni di schiavi; Wurche, figlia di un Re, il cui obiettivo è quello di mantenere l’indipendenza non sono dalla possibile dominazione straniera ma anche dalle imposizioni cui deve sottostare per il suo lignaggio.
Due vite che si trovano agli antipodi, ma che sono caratterizzate dallo stesso elemento: la perdita della libertà. Sarà attraverso Moro, un affascinante trafficante autoctono, che le due donne si incontreranno, due destini che, seppur profondamente diversi, si ritroveranno a lottare quasi per raggiungere gli stessi obiettivi.

Il mondo della schiavitù interna in Africa

Ayesha Arruna ci racconta il mondo della schiavitù interna, una schiavitù che viene fomentata dagli stessi trafficanti africani. Ma nel romanzo viene rappresentata una duplice forma di schiavitù: quella fisica, impersonificata da Aminah e dalla sua storia, che la obbliga a rimanere al servizio di diverse famiglie africane prima dell’incontro con Moro; quella psicologica, che priva Wurche della possibilità di scegliere, quella che la obbliga a cedere alle imposizioni degli uomini che comandano.

Un romanzo, dunque, sul mondo femminile e sul rapporto di subordinazione che in quell’epoca caratterizzava la vita delle donne a prescindere dalla loro estrazione sociale. Una storia che l’autrice ha ricostruito a partire dal racconto di una trisavola venduta al mercato degli schiavi nell’epoca del Ghana precoloniale, che Ayesha Arruna ha trasformato in un romanzo in cui sullo sfondo emergono i colori, gli odori e i sapori che caratterizzano la calda vita africana.

“I cento pozzi di Salaga” di Ayesha Harruna Attah, edizioni Marcos y Marcos. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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